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La Primavera Botticelli

Poster: Botticelli: La Primavera - cm 30x24
  • Poster Botticelli La Primavera - cm 30x24

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La Primavera Botticelli - Alessandro di Mariano Filipepi, meglio noto come Sandro Botticelli (Firenze, 1 marzo 1445 - 17 maggio 1510) fu un pittore della scuola fiorentina.
 
Fu influenzato nella sua arte da artisti importanti come Filippo Lippi e Antonio Pollaiuolo. I suoi ripetuti contatti con la famiglia dei Medici furono indubbiamente utili per garantirgli protezione politica e creare le condizioni ideali per la sua produzione di numerosi capolavori.
Botticelli scelse la grazia, cioè l'eleganza intellettuale e la squisita rappresentazione dei sentimenti per dare forma alla nuova visione del mondo proposta dalla corte neoplatonica di Lorenzo il Magnifico.
Negli ultimi anni della sua attività la sua produzione è caratterizzata dall'inquietudine perché Firenze vive un momento di crisi sia politica che religiosa, dopo la morte del Magnifico e l'avvento di Girolamo Savonarola, profeta del decadimento degli ideali umanistici.
Botticelli nelle sue composizioni fa entrare il dolore pieno di pathos in modo da coinvolgere maggiormente lo spettatore.
L'unico suo vero erede fu Filippino Lippi, che condivise con lui l'inquietudine presente nelle sua ultima produzione.
 
BIOGRAFIA
Nato a Firenze nel rione popolare di Ognissanti, fu un apprendista di Andrea del Verrocchio, assieme a Leonardo da Vinci.
Nel 1458, finiti gli studi, viene assunto come apprendista nella bottega orafa di uno dei suoi fratelli. Passa alla bottega di Fra Filippo Lippi a Prato dal 1464 al 1467 e qui comincia gli studi come pittore.
Nel Museo di Capodimonte a Napoli è presente la "Madonna con Bambino e due angeli", databile tra il 1468 e il 1469, appartenente probabilmente alla serie di Madonne realizzate fra il 1465 e il 1470. In essa sono presenti i tratti tipici del Lippi quali l'uso della linea per costruire la figura e il volume espanso degli angeli, riletti attraverso l'influenza della costruzione monumentale del Verrocchio.
Botticelli torna a Firenze nel 1467 e viene ammesso nella bottega del Verrocchio, dove resta fino all'apertura di un proprio studio indipendente (1470).
Nello stesso anno ebbe l'incarico da Tommaso Soderini di dipingere la tavola con La Fortezza, per concludere il ciclo delle Virtù per il Tribunale del Palazzo dei Mercanti. In essa Botticelli costruisce la figura racchiusa da una linea nervosa che crea contorni evidenti e marcati, tipici di tutta la sua produzione.
Nel 1472 entra a far parte della Compagnia di San Luca che era una confraternita di carità gestita da artisti.
Negli anni seguenti Botticelli divenne sempre più famoso tanto da essere chiamato a Pisa per dipingere un affresco nel Duomo, andato perduto.
Nel 1475 dipinge l'Adorazione dei Magi, innovando la tradizione iconografica dell'Adorazione a Firenze. Essa era formata dai tre re, rappresentanti dei potenti della terra, identificati per consuetudine nei Medici, a cui fa seguito uno sfarzoso corteo.
Botticelli non rinnega la tradizione. Infatti, anche per volere del committente Gaspare del Lama, cortigiano dei Medici, nei Magi si riconoscono Cosimo il Vecchio e i suoi figli Piero e Giovanni. Lorenzo il Magnifico, Giuliano de' Medici e altri personaggi della corte medicea sono ritratti tra gli astanti. Però Botticelli elimina lo sfarzoso corteo e pone su un ripiano del terreno la Vergine col Bambino e san Giuseppe. Gli astanti si dispongono ai lati a formare due quinte, raccordate dalle figure dei due Magi.
Grazie alla tavola viene notato dalla famiglia Medici. Gode della loro protezione, soprattutto di Lorenzo di Pier Francesco (cugino di Lorenzo il Magnifico) che gli affidò la decorazione della sua splendida residenza.  Qui Botticelli realizzò due tra le sue opere più conosciute: "La Primavera" (circa 1477-78) e "La nascita di Venere" (circa 1484).
Tra il 1481 e il 1482 partecipa alla decorazione della Cappella Sistina accanto a Pietro Perugino, Domenico Ghirlandaio, Cosimo Rosselli e ai loro collaboratori. Per queste opere i pittori si attennero a comuni convenzioni rappresentative in modo da far risultare il lavoro omogeneo, quali: una comune scala dimensionale, una comune struttura ritmica e una comune rappresentazione paesaggistica. Inoltre utilizzarono accanto ad un'unica gamma cromatica le rifiniture in oro in modo da far risplendere le pitture con i bagliori delle torce e delle candele.
Tra le sue opere vanno ricordati tre grandi dipinti: Punizione di Core, Datan e Abiram", "Fatti della vita di Mosè" e "Le Tentazioni di Cristo".
Tra il 1483 e il 1485 realizza il tondo con la Madonna del Magnificat. Secondo André Chastel cerca qui di coniugare il naturalismo classico con lo spiritualismo cristiano. La Vergine al centro, riccamente abbigliata e con la testa coperta da veli trasparenti e stoffe preziose. I suoi capelli biondi si intrecciano con la sciarpa annodata sul petto. Essa sta scrivendo le parole del "Magnificat" su un libro di pergamena retto da due angeli. In braccio alla Vergine c'è il Bambino. La composizione è resa ariosa grazie alla disposizione dei due angeli reggilibro che conducono, attraverso un'ideale diagonale, verso il paesaggio sullo sfondo.
Nel 1505 fece parte della Comitato Fiorentino istituito per decidere la collocazione del Davide di Michelangelo.
Giorgio Vasari affermava che fosse stato un seguace di Girolamo Savonarola.
Botticelli, nelle sue ultime opere, venne influenzato dal clima di crisi politica e religiosa che viveva la città fiorentina durante gli anni di Savonarola. In queste opere l'intonazione dolorosa e drammatica sollecita un maggiore partecipazione dello spettatore.
Tra il 1490 e il 1495 realizza la Calunnia di Apelle. É un dipinto allegorico che alludeva alla falsa accusa di cui fu vittima il pittore antico Apelle.
Degli stessi anni è il "Compianto su Cristo morto" con figure dai gesti patetici e il corpo di Cristo al centro che si arcua a semicerchio.
Del 1501 è la "Natività Mistica" dove il Botticelli attua una consapevole regressione formale, con figure in attitudini sforzate e innaturali e le dimensioni dei personaggi date dalla loro importanza devozionale.
Del 1502 è il suo famoso scritto relativo alla realizzazione di un giornaletto di carattere prevalentemente satirico, destinato ad allietare la lettura delle frange nobiliari della società rinascimentale. Tale progetto, tuttavia, restò tale non essendo mai stato portato a compimento.
Botticelli morì nel 1510 e fu sepolto nella chiesa di Ognissanti a Firenze.

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