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Madonna col bambino Lippi

Poster: Lippi: Madonna col Bambino - cm 24x30
  • Poster Lippi Madonna col Bambino - cm 24x30

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Madonna col bambino Lippi - Filippo Lippi
   
Fra Filippo di Tommaso Lippi (Firenze 1406 - Spoleto 1469) fu un pittore italiano.
 
L'iniziale adesione alle novità apportate da Masaccio (costruzione prospettica centralizzata e solida impostazione volumetrica delle figure) cedeva negli anni successivi ad un rinnovato gusto goticheggiante, dovuto alla morte dello stesso Masaccio, all'influenza di Beato Angelico e della pittura fiamminga, ed infine ai mutati gusti della committenza laurenziana, non più celebratrice di valori borghesi, ma di quelli della ricca corte medicea, dove è la linea mossa e ondulata, già prerogativa della scuola fiorentina, a costruire l'immagine, snellendo le figure, movimentando i panneggi e impreziosendo i tipi espressivi. Nelle sue ultime tavole Lippi accentua gli effetti cromatici stendendo compattamente il colore, ampliando maggiormente le forme, e ingentilendo le sue figure; tutti spunti da cui partirà Botticelli .
 
Filippo di Tommaso Lippi nasce a Firenze nel 1406. Persa la madre (Antonia di ser Bindo Sernigi) subito dopo il parto e due anni dopo il padre (Tommaso di Lippo, beccaio), viene affidato, insieme al fratello Giovanni, a monna Lapaccia, sorella del padre. All'età di otto anni, nel 1414, viene messo insieme al fratello dai frati carmelitani del vicino convento del Carmine. L'8 giugno del 1421, Filippo prende i voti, mantenendo lo stesso nome di battesimo. Nel 1422 assisté alla decorazione, da parte di Masolino da Panicale e Masaccio, della cappella Brancacci. Altri modelli su cui il ragazzo si formò sono le novità scultorie di Donatello, Luca della Robbia, Nanni di Banco e Brunelleschi.
 
Nel luglio 1424 fu a Pistoia, viaggiò a Siena e nell'agosto 1426 fu a Prato. Nel 1430 i documenti del convento lo definiscono per la prima volta «dipintore». Del 1431 è l'affresco con Il conferimento della regola del Carmelo nel convento del Carmine e la contemporanea Madonna Trivulzio, opere segnate dall'influenza della pittura plastica di Masaccio.
 
Forse nel 1432 lasciò il convento di Firenze per Padova: i successivi documenti che lo ricordano con certezza sono del 1434 quando, il primo di luglio, riceve undici once di oltremarino per dipingere il Tabernacolo delle Reliquie nella Basilica del Santo a Padova. Varie fonti menzionano una serie di opere per Padova, ma tutta la sua attività di questo periodo è andata perduta. Qui il Lippi entra in contatto con la pittura fiamminga e il colore veneto.
 
Lasciata Padova apre bottega a Firenze. Nel 1437 dipinge sia la cosiddetta Madonna col Bambino in Trono per il cardinale Giovanni Vitelleschi (opera datata) sia la Pala Barbadori per la chiesa di Santo Spirito. In queste opere la componente lineare acquista maggiore importanza, le figure si allungano e addolciscono, senza perdere in plasticità, e vengono avvolte e non più sbalzate dalla luce.
Nel 1438 è citato in una lettera di Domenico Veneziano a Piero de' Medici in cui viene equiparato a Beato Angelico.
Dal 1439 è probabile che non abitasse più nel convento ma avesse casa per conto suo, sempre in quell'anno Lippi scrive a Piero de' Medici, cercando affannosamente di scambiare una sua tavola ancora incompiuta con cibo e vestiti (Il dipinto è probabilmente il San Gerolamo del museo di Altenburg).
 
Per il convento delle Murate di Firenze, realizza, tra il 1443 e il 1445, L'incontro alla Pala d'Oro: si tratta probabilmente di parte della predella della pala stessa.
 
Fra il 1439 e il 1447 realizza l'Incoronazione della Vergine degli Uffizi, commissionata dal canonico Francesco Maringhi per l'altar maggiore di Sant'Ambrogio, accanto a lui lavorarono tre aiutanti, fra cui Fra Diamante. Per la famiglia Martelli, che detiene il patronato della cappella degli Operai in Santo Spirito, dipinge verso il 1440-42 una Annunciazione, che riprende i modi dell'Annunciazione Cavalcanti di Donatello.
Del 1440 sono le pitture della la cassa per le esequie di sant'Andrea Corsini (allora solo Vescovo di Fiesole, santificato nel 1624).
 
Il 23 febbraio 1442 è nominato da papa Eugenio IV: «Rettore e Abate Commendatario» a vita della chiesa di San Quirico a Legnaia, vicino a Firenze.
Nel 1443 per il convento delle Murate dipinge un' Annunciazione. Lavora alla cancelleria del Palazzo della Signoria (ora Palazzo Vecchio) verso il 1447, realizzando un'Apparizione della Vergine a san Bernardo.
Tra il 1448 e il 1450 esegue la tavola Madonna col Bambino, oggi custodita a Parma presso la Fondazione Magnani-Rocca.
 
Nel 1450 avrebbe dovuto versare a Giovanni di Francesco del Cervelliera, suo discepolo, 40 fiorini, chiamato in giudizio, esibì la ricevuta di versamento falsificando la firma dell'allievo. Incarcerati e messi sotto tortura entrambi i pittori, in seguito alla confessione il Lippi venne scarcerato.
L'11 settembre 1451 è di nuovo sotto processo, per aver fatto eseguire alla propria bottega una tavola che il committente aveva richiesto di mano del maestro. Nello stesso anno il Lippi risulta essere proprietario di una casa non lontano dal Carmine.
Il 19 maggio 1455, la rettorìa di San Quirico a Legnaia gli viene stata revocata, sia per la condanna del 1450 sia perché poco sollecito nei suoi doveri.
 
Il comune di Prato stanzia nel 1452 per gli affreschi della cappella Maggiore di Santo Stefano e la vetrata la somma di 1.200 fiorini.
Ricevuto nel marzo dello stesso anno il rifiuto dell'Angelico, decide di affidare l'incarico al Lippi, che accetta e si reca a Prato. Gli affreschi sono completati tredici anni dopo nel 1465 fra interruzioni, richieste di denaro, solleciti, fughe e rinegoziazioni del contratto.
 
Nel frattempo dipinge molte altre opere. Per l'Opera Pia fondata da Francesco Datini la tavola detta Madonna del Ceppo, Le esequie di san Gerolamo per il preposto Geminiano Inghirami, il Tondo Cook, ora conservato alla National Gallery of Art di Washington, l'Adorazione d'Annalena per l'omonimo convento fiorentino, la pala per Alfonso I d'Aragona, commissionata da Giovanni de' Medici e di cui rimangono solo due pannelli laterali a Cleveland, le vele della volta sopra la tomba di Geminiano Inghirami nella chiesa di pratese di San Francesco (perdute), l'Adorazione di Camaldoli per la cella della famiglia Medici all'interno dell'Eremo. La cosiddetta Lippina diviene subito un "prototipo", copiato dall'artista stesso nella Madonna col Bambino di Lorenzo Monaco, ma anche dalla bottega del Verrocchio. A questo periodo, risalgono quattro tavole, La Vergine Annunziata, l'Angelo annunziante, sant'Antonio Abate e san Giovanni Battista, probabilmente elementi di arredo ecclesiastico.
 
Nel 1456, nominato cappellano del convento pratese di Santa Margherita, vi conosce e si innamora della monaca Lucrezia Buti, modella di molti suoi dipinti, figlia del fiorentino Francesco Buti e sua moglie Caterina Ciacchi.
La storia d'amore spinse la Buti a lasciare il convento nel 1455 e a stabilirsi nella casa pratese dell'artista. Solamente nel 1461 il papa Pio II, grazie all'intercessione di Cosimo de' Medici, sciolse dai voti il Lippi e la Buti, regolarizzando la loro posizione. I due ebbero due figli: Filippino Lippi nel 1457 e nel 1465 Alessandra.
 
Tra il 1458 e il 1460 è la coppia di lunette con la Annunciazione e Sette santi per Palazzo Medici, sempre nello stesso periodo è l'Adorazione del Bambino con san Bernardo e san Giovanino per l'altare della Cappella dei Magi in Palazzo Medici. Forse in occasione della nascita di Lorenzo il Magnifico (1449), avrebbe realizzato il Tondo Cook, forse in collaborazione o con Beato Angelico o con Benozzo Gozzoli.
 
Nel 1466 l'Opera del Duomo di Spoleto commissiona al Lippi gli affreschi con Storie della Vergine per la tribuna della Cattedrale. I lavori iniziano nel settembre 1467 e vennero conclusi circa tre mesi dopo la morte del pittore da suoi collaboratori (Fra Diamante soprattutto). Il ciclo di affeschi è composto dalla Annunciazione, la Natività, la morte della Vergine e la sua Assunzione in cielo. Nell'affresco raffigurante la morte della Vergine, è visibile l'autoritratto del pittore, in uno dei personaggi (con il mantello bianco) raffigurati alla destra del letto della Vergine, nonché il probabile ritratto del figlio Filippino, nella figura dell'angelo.
Del 18 maggio del 1467 è un Paliotto per la Compagnia dei Preti della Trinità di Pistoia.
Del 1468, è la Circoncisione di Prato.
 
Filippo muore tra l'8 e il 10 di ottobre del 1469. Viene sepolto nella Cattedrale di Spoleto.
 

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